"Chi vuole un figlio non insiste"?

Ho cambiato il cellulare, e con la mia Sim preistorica non ho potuto salvare molti messaggi che tenevo come souvenir. In particolare, ne ho perso uno inviatomi da mio marito in seguito a una litigata, al mare. E’ perfettamente inutile lamentarsi di averlo perso, perchè ricordo perfettamente come, quando, perché è stato inviato: ricordo l’angolo della via, il marciapiede su cui ci trovavamo nel momento in cui parlammo di quell’argomento. Da qualche tempo litigavamo perchè io volevo un altro bambino, e lui temeva di ripiombare nella grossa crisi che aveva accompagnato l’arrivo del primo. Era perfettamente inutile ricordargli che non era colpa di nostro figlio per tutto quanto ci era successo, l’istinto in certi casi non ammette ragioni.

Ci facemmo il muso e ci lasciammo così, sull’angolo del marciapiede, tra Via Milano e Corso Roma. Poi lui andò a fare il bagno ed io mi misi sulla spiaggia a prendere il sole. Qualche secondo dopo, mi giunse "… e come lo chiamiamo il prossimo bebé?"

Di fatto quello è stato l’ultimo accenno favorevole in proposito a un’altra gravidanza: il tempo è passato, e ogni volta, nei giorni di ritardo, i test "rivelatori" si sono ripetuti con esito negativo. Nel momento dell’attesa del responso, ovvero alla resa dei conti, ci siamo scoperti sempre pieni di ansie e timori, con un lieve sollievo nell’esito negativo, e impercettibile dispiacere per la mancata occasione.

Più il tempo passa, meno questo figlio prende corpo, mentre cresce l’egoismo nel riappropriarsi di una vita sociale più attiva, di un erotismo di nuovo intemperante. Notti in bianco, coliche, febbri improvvise e biberon: è tutto ormai così lontano, persino la bimba bionda coi codini che attraversa la chiesa nella navata centrale in piena messa suscita solo un sorrisetto, e più nessun desiderio o rimpianto.

Poi, mi chiama Monica, quarantenne, che da anni desiderava ardentemente un figlio e che qualche mese fa mi aveva comunicato raggiante di essere finalmente incinta. Mi dice di aver subito un raschiamento perchè il cuoricino del feto non batteva più, e però aspetta con ansia di poter tentare ancora.

Allora, mi dico, la vita non è giusta. Chi ha tanto da dare non viene ricompensato, mentre a chi è un perfetto egoista (e prende tempo nel pensarsi addosso) troppo viene concesso.

 

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11 commenti su “"Chi vuole un figlio non insiste"?

  1. Forse la cosa più importante, adesso, è sciogliere i nodi mai sciolti. E spero davver che avvenga presto, così da poter realizzare i tuoi sogni.

    Gi

  2. strano, i “lettori” del blog commentano cazzate assurde, e questo tuo bellissimo pezzo, coinvolgente, scritto benissimo, giace pressoché intonso

    giac

  3. E’ il destino. Non bisogna forzarlo.

    Ho 4 figli con tutta la zavorra annessa, e, non so se si vede, mi pesa (di anni: 17, 12, 6, 3, tutta la gamma).

    Gli è che bastava la minima infrazione a regole contraccettive, che facevamo un figlio.

    Ora basta, però penso sempre che senza di loro la mia vita, sul piano meramente individuale, sarebbe più ricca, ma invece infinitamente più povera nel complesso. E qualche anno buono ce l’ho ancora, accidenti.

    Comunque, sempre che sia ancora come ai bei tempi, la tua amica può provare con me, che non lascio scampo.

    No, ovvio, scherzo 🙂

  4. biz

    devi scrivere un libro comico

    sei uno dei pochissimi – giuro! – che mi fa spanciare quando scrive

    grandissimo!

    in piemontese si dice “tuca’ brisa’”, toccato bruciato. una bocca da fuoco, non c’è che dire

    complimenti anche in questo!

  5. Cosa c’è da ridere Marco? ero serissimo … sono anche stato soprannominato “inseminator” 🙂

    Agnès, ma tu mi par di capire che non avessi intenzione di avere ancora figli. Bisogna essere consci dei propri limiti, sono un fuco e basta!

    ciao

  6. Forse giace pressoché intonso Marco perchè richiede tempo e pensiero…

    Io non faccio testo, ho una visione “altra” in tema di figli. Per questo non mi accosto facilmente a commenti in argomento.

    Ciao Agnés

    :))

  7. Il commento sul blog non è mai indicatore dell’importanza del post, anche perchè l’importanza del post è sempre relativa, non assoluta; qualcuno si immedesima, qualcuno si annoia, uno ci ha scritto e ci ha perso due minuti o piuttosto ci ha messo l’anima e il lettore non lo saprà mai: io ci ho messo due anni ad ammettere il mio egoismo in materia di figli, e non ne ho scritto perchè mi commentaste o perchè sapeste cosa ne penso, l’ho scritto perchè questa ogni tanto è la mia zona di stoccaggio di scorie tossico/nocive… Ho bisogno di svuotare i bidoni, e Marie Agnès va bene perchè il suo blog non è la mia vita, non è il mio lavoro, ma è soltanto una zona “franca”. Con buona pace del rispetto della normativa legale in materia di rifiuti.

  8. avete ragione, irene e agnès

    io parlo spesso come considerassi questioni tra me

    ovvio che la mia prima frase a commento di questo post nasconda la mia e soltanto mia visione delle cose: non mi piace il cazzeggio fine a se stesso di chi commenta ad minchiam, mi piace il dialogo intelligente, il commento arguto, adoro leggere marie agnès quando scrive scritti così, era una stoccata a chi s’infratta a commentare godendone le stupidaggini più infantili

    chiedo scusa, non era un giudizio, era una mia personalissima considerazione

    saluti!

  9. A volte non si commenta perchè certi pensieri non si possono commentare. Si possono cogliere e accogliere. E con rispetto ringraziare.

    Grazie Agnes.

    Prish

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